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Cotone rigenerato: cos’è e tutti i vantaggi di questo tessuto

Nel corso degli anni una sempre maggiore attenzione al tema della sostenibilità e dell'impatto ambientale, hanno ridato vita ad antiche tecniche di rigenerazione dei tessuti che stavano ormai sparendo. È proprio per in questo modo che nasce il cotone rigenerato, una soluzione alternativa all'utilizzo del cotone vergine prodotto in modo intensivo, una delle fibre attualmente più inquinanti dell'industria tessile. In questo articolo capiamo meglio cosa è il cotone rigenerato, come si produce e tutti i vantaggi ambientali che porta sceglierlo rispetto al cotone vergine.

Cos'è il cotone rigenerato?

Il cotone rigenerato è ottenuto mediante il completo riciclo di scarti industriali di altre lavorazioni. Questi subiscono un processo in cui vengono lavorati in modo tale da ottenere un filato completamente nuovo.

Il riciclo del cotone si basa in genere sugli scarti industriali e non sui vecchi indumenti, poiché è meno costoso. In questo modo infatti non è necessario rimuovere manualmente dai capi accessori, etichette e cuciture, che non possono essere riciclati.

Gli indumenti usati in cotone inoltre sono più difficili da riciclare perché i tessuti spesso sono a fantasia e presentano spesso composizioni miste e sintetiche.

Per questo si dice che si tratta di un processo, e quindi di un filato riciclato pre-consumer, a differenza di quello post-consumer

Scarti cotone preconsumer

Come si ottiene il cotone rigenerato

Per riciclare il cotone gli scarti selezionati vengono suddivisi per colore e poi ridotti allo stato di fibra tramite un processo di sfilacciatura.

Nella maggior parte dei casi è necessario poi aggiungere una certa percentuale di fibra vergine oppure di poliestere per poter ottenere un nuovo filato resistente e della finezza adatta per realizzare una t-shirt. Un filato in cotone completamente rigenerato esiste sul mercato, ma potrebbe essere adatto solo a creare capi pesanti. 

Per questo per creare i nostri capi in cotone sostenibili, tutta la linea di maglieria ma anche le t-shirt, abbiamo scelto un filato composto al 50% da cotone riciclato e al 50% da cotone coltivato biologicamente, senza l'utilizzo di pesticidi e con un consumo ridotto di acqua.

Rifò recycled cotton t-shirt

I danni del cotone vergine sull'ambiente

Il cotone vergine convenzionale rappresenta circa il 33% di tutte le fibre presenti negli indumenti. Ciò vuol dire che la maggior parte dei capi di abbigliamento presenti nel mondo sono confezionati con cotone coltivato in maniera intensiva e su larga scala, senza curarsi del suo impatto sull'ambiente.

Ogni anno nel mondo si producono non meno di 18 milioni di tonnellate di cotone. Ma solo lo 0,7% di questo è biologico, mentre il 99,3% è cotone convenzionale, coltivato attraverso il massiccio uso di diserbanti e pesticidi.

Produzione intensiva cotone

L'impatto della coltura del cotone influisce sui cambiamenti climatici. Su tutto il suo ciclo di produzione, un oggetto realizzato in cotone organico ha bisogno del 62% in meno di energia rispetto all'equivalente in cotone convenzionale.

Per produrre una singola t-shirt con il cotone convenzionale vergine, attualmente si utilizzano circa 2700 litri d'acqua. La stessa quantità che beve una persona adulta in quasi 4 anni. Se si considera la quantità di t-shirt che vengono prodotte nel mondo, è facile immaginare quanta acqua la produzione intensiva di cotone richieda.


Tutto ciò rappresenta un pericolo concreto per l'ambiente, non solo per l'impoverimento idrico del suolo, ma anche a causa dell'utilizzo massivo di pesticidi. Nel tempo abbiamo assistito per esempio al disastro ambientale del Lago di Aral in Uzbekistan. Qui dagli anni '60, la deviazione dei corsi d'acqua che lo alimentavano per irrigare i campi delle coltivazioni intensive di cotone, ha portato al prosciugamento di questo lago salato, che ha lasciato il posto a una terreno infertile e impregnato di pesticidi. 

Dove si trovava l'ex lago di Aral, ormai prosciugato | Disastro ecologico lago di Aral Uzbekistan

Emerge nel complesso un danno ambientale per fiumi, laghi, mari ed interi ecosistemi. In tutto il continente asiatico il 70% dei fiumi e dei laghi risulta contaminato dai 11,3 miliardi di litri di acque reflue prodotte dall'industria tessile, all’interno di processi di produzione che difficilmente sono regolamentati.

Come risultato finale sull’essere umano, le popolazioni che vivono nei pressi di questi bacini idrici - approvvigionandosene, soffrono di un'alta incidenza di tumori, problemi gastrici e cutanei.

Costo del cotone rigenerato e del cotone vergine a confronto

Se il cotone vergine coltivato in modo intensivo è uno dei materiali tessili più diffusi al mondo una ragione c'è: è molto economico.

La coltivazione su larghissima scala, in paesi tendenzialmente dove il costo della manodopera è molto bassa e senza alcuna cura per il pianeta, rende possibile la commercializzazione del cotone convenzionale alla metà del prezzo rispetto al cotone riciclato che utilizziamo, per farsi un'idea circa 3 €/kg contro almeno 6€/kg.

Produzione di cotone su larga scala

I maggiori produttori di cotone sono la Cina con circa 5 milioni di tonnellate anno, gli Stati Uniti con 4 milioni di tonnellate l'anno, l‘India con 2.5 milioni tonnellate annue e a seguire, con quote inferiori, l‘Egitto, il Pakistan, l‘Uzbekistan, la Turchia, l‘Australia, l‘Argentina, il Brasile, la Grecia, l‘Africa Sub-Sahariana e l‘America Meridionale. 

A fronte di un valore della fibra di partenza così basso, è ovvio che il riciclo rappresenti un costo ulteriore e non un vantaggio economico. Riciclare costa infatti di più rispetto a coltivare in maniera intensiva un cotone che beneficia di economia di scala, e questo non deve sorprendere. Nei costi del riciclo tessile bisogna infatti sempre considerare la selezione manuale degli scarti, la suddivisione per colore e il processo industriale che ne consegue.

La scelta di acquistare capi in cotone rigenerato non può essere dettata dal vantaggio del prezzo, ma dalla volontà di cambiare approccio e cercare di ridurre il proprio impatto sull'ambiente.

Come sempre la scelta più sostenibile per il pianeta non è per forza la più economica per noi che lo abitiamo.

I vantaggi del cotone riciclato

Perché quindi scegliere una t-shirt Rifò composta da cotone riciclato e cotone organico, invece di una t-shirt in cotone vergine convenzionale prodotta e venduta a basso prezzo dalle catene del fast fashion?

Un tessuto rigenerato, come il cotone o la lana rigenerata, mantiene le stesse caratteristiche del prodotto originale ma con notevole risparmio in termini di impatto ambientale.

Mettiamo a confronto i dati, visibili nelle pagine prodotto dello shop online Rifò, provenienti dai Life Cycle Assessment prodotti da Bcome.

Una t-shirt in cotone riciclato permette un consumo di acqua e di energia drasticamente ridotto rispetto ad una t-shirt in cotone vergine, che contribuisce all'impoverimento del terreno dato dalle colture intensive. 

Lavoro nei campi di cotone

Inoltre scegliendo le nostre t-shirt rigenerate hai la sicurezza di una produzione etica, made in Italy e locale, che ha luogo a meno di 30 km dal nostro ufficio e che non sfrutta la manodopera di paesi in cui non sono garantite le adeguate tutele per i lavoratori.

Impatto cotone utilizzato per una t-shirt Rifò per una t-shirt in cotone vergine convenzionale
💧 Consumo di acqua
310 litri = 413 bottiglie 0,75 l
2700 litri = 3600 bottiglie 0,75 l
💡 Consumo di CO2
79 giorni accensione di una lampadina
139 giorni accensione di una lampadina
🪡 Produzione
Made in Italy
Dislocata

Vuoi scoprire tutti i capi Rifò in cotone rigenerato? Visita il nostro shop online.

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